Direttore UOC Chirurgia Ricostruttiva degli Arti - Centro Regionale Direttore ad Interim UOC Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Roma
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Intervento Rizoartrosi: quando è necessario ricorrere alla chirurgia

Intervento Rizoartrosi: quando è necessario ricorrere alla chirurgia

Per intervento Rizoatrosi (ndr): Estratto da Chirurgia della Mano – Vol. 54 (1) 2017 Inquadramento e trattamento della patologia reumatica della mano:
A cura di Matteo Ornelli*, Pietro Delle Femmine**, Matteo Signoretti*, Lara Lazzaro***, Nicola Felici* *UOSD Chirurgia Ricostruttiva degli Arti, Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, Roma **UOC Chirurgia Plastica e della Mano, Ospedale San Gerardo, Monza ***SC Chirurgia della mano, Azienda Ospedaliera Santa Maria degli Angeli, Pordenone


Si propone al paziente un intervento rizoartrosi in quei casi avanzati della malattia in cui si manifestano dolore, deformità e debolezza che interferiscono con la funzionalità di tutti i giorni. E’ altresì indicazione per l’intervento chirurgico la mancata risposta positiva ai trattamenti conservativi previsti per i primi stadi della malattia.

Il trattamento chirurgico della rizoartrosi nei gradi avanzati produce un beneficio in termini di dolore, miglioramento della funzionalità e recupero della forza in un’altissima percentuale di casi.

LE TECNICHE DI INTERVENTO RIZOARTROSI

Esistono diverse tecniche di intervento nella rizoartrosi.

La trapeziectomia semplice, tecnica di asportazione del trapezio è, ad esempio, molto impiegata. Si propone al paziente quando il processo artrosico è esteso a tutte le articolazioni che circondano il trapezio.

La tecnica ad oggi più utilizzata è quella della trapeziectomia associata ad artroplastica in sospensione. Questo intervento prevede la rimozione del trapezio e l’esecuzione di un’artroplastica utilizzando il tendine abduttore lungo del pollice, al fine di mantenere lo spazio tra scafoide e base del primo metacarpo.

Entrambe le tecniche prevedono un periodo di immobilizzazione del primo dito e del polso di circa 12 giorni mediante un tutore in gesso.
Dopo la rimozione del tutore si inizia la terapia riabilitativa che dura circa 30 giorni. Il paziente deve astenersi da compiere sforzi o lavori pesanti con la mano operata per circa 2 mesi.

La tecnica artroscopica trova un utilizzo limitato ai gradi iniziali della patologia.

Da un’analisi condotta su 55 pazienti sottoposti ad intervento di trapeziectomia semplice e 174 pazienti sottoposti a trapeziectomia con artroplastica di tenosospensione con ALP, i pazienti hanno ottenuto un aumento del 15-67% della forza di presa e del 35- 74% della forza di pinza bidigitale, valutata mediante dinamometro per entrambe le categorie.

Complessivamente, il 94% ha riferito la capacità di girare una chiave senza dolore e il 97% la capacità di stringere la chiusura di una caffettiera. 211 pazienti (92%) potevano addurre l’apice del pollice contro l’apice del mignolo e la testa del 5° metacarpo.

Il chirurgo potrà indicare una procedura chirurgica dopo aver considerato l’età, il sesso e le esigenze funzionali del paziente e dopo aver elencato le possibilità terapeutiche previste.


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